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Era nell'aria o meglio nelle intenzioni del Comitato Organizzatore della Placentia Marathon guidato sin dalla sua nascita da Alessandro Confalonieri e Pietro Perotti di non portare più avanti l'evento sulla distanza dei 42 km e 195 metri. Decisione sofferta ma ponderata, che scaturisce dalla concomitanza con la Treviso Marathon e questo per il secondo anno consecutivo, nonostante i ripetuti appelli che la maratona trevigiana rispettasse un calendario consolidato e approvato in sede di federazione (Fidal) e associazione Maratone Italiane. Opportuno risalire allo scorso anno e fare un po' di storia di questa vicenda che contrappone due eventi eguali in zone molto vicine per territorio e quindi con una possibile utenza che si trova obbligata ad una scelta tra i due eventi che sono nella stessa data. Il calendario della maratone italiane nato in Fidal con validità triennale riportava: prima domenica di marzo Piacenza, ultima di marzo Treviso, poi lo scorso anno con una scelta unilaterale senza nessun tipo di avvallo Treviso anticipava la maratona alla prima domenica di marzo, sovrapponendosi a quella di Piacenza in barba agli accordi di calendario Fidal e Maratone Italiane. Ma quello che più lascia perplessi e la quasi totale assenza o latitanza dei due organi preposti al controllo di date e regole, che dovrebbero essere da tutti rispettate e osservate. Non possiamo negare che quando ci fù notizia del cambio di data di Treviso, ci fù un tentativo su sollecitazione da parte di Piacenza perché ci fosse l'osservanza delle regole date da parte della Fidal Nazionale, la quale invio una lettera di diffida a Treviso per il cambio di data, dove si riportavano possibili sanzioni e la non omologazione dell'evento nel caso si fosse passato alla prima domenica di marzo. Ma fù lettera a vuoto, non cambiò la decisione di Treviso e da parte della Fidal alla fine non si ebbe nessun provvedimento in merito. Ancor più grave la totale assenza dell'associazione Maratone Italiane che non prese una posizione come sarebbe stato auspicabile (se non a parole, ma per quello che contano) per tutelare un proprio associato, ancora più grave che la diatriba fosse di due associati. Anche una successiva riunione del calendario Fidal di cui riportiamo testo integrale, non ebbe alcun successo nel far modificare o meglio riportare Treviso alla sua data originale, ripetendosi cosi la sovrapposizione anche per il 2013. In tempi non troppo lontani con altro tipo di associazione tra le maratone, vi era un più ampio e reciproco rispetto delle date e degli eventi, non mancavano le problematiche sarebbe assurdo negarlo, ma almeno tra i soci si cercavano soluzioni. Ma la vera assente di allora come oggi, era ed è la Fidal, allora con uomini e consiglieri diversi, oggi o meglio sino a pochi settimane fa quella successiva, un comportamento che chiaramente evince quanto la Federazione abbia in considerazione la corsa su strada, una disciplina alla quale tiene molto, anzi moltissimo ma solo per i balzelli che deve incassare senza nulla o quasi dare, poi con regole sempre più pragmatiche e spesso controproducenti, insomma la corsa su strada è una bella mucca da mungere. Ma però attenzione, la grande comunità della corsa su strada sembra aver terminato il latte e non ha caso la decisione di Piacenza può avere anche questa ragione, non organizzo più la maratona e almeno si avrà la sia pur magra consolazione di tipo pecuniario, di non dover pagare un balzello per la 42 km che è maggiore rispetto all'inserimento in calendario di una Maratonina. Poi si legga quanto sta avvenendo in Friuli Venezia Giulia, dove un presidente regionale Fidal si pone tra gli organizzatori di una maratona che viene inserita in calendario solo un mese prima di quella di Trieste (Maratona d'Europa), scatenando a giusta ragione la reazione di quest'ultima. Insomma si cambia manico e squadra ai vertici federali, ma il risultato non cambia, ovvero "ASSENTI INGIUSTIFICATI", ora inviamo un in bocca al lupo e buon lavoro alla nuova Fidal e attendiamo di vedere e capire cosa farà, anche se le speranze per questo tipo di problematiche che possano cambiare almeno nel rispetto degli accordi da tutti sottoscritti, sono esigue.